Equilibri e squilibri demografici tra Bacino Mediteraneo, Unione Europea e Mondo Arabo

RELAŢII INTERNAŢIONALE ŞI STUDII EUROPENE

 

 Equilibri e squilibri demografici tra Bacino Mediteraneo, Unione Europea e Mondo Arabo

Luigi Di COMITE

Simona GIORDANO

Abstract. With this research paper the authors do a pertinent analysis of the demographic balances and imbalances and their influence on the international migration phenomenon, in regards to the Mediterranean Basin, the European Union and the Arab world. Starting from a fact, that the aforementioned geographic space includes a population of approximately one billion people, the authors identify the risk zones and analyze the demographical aspects through the particular indicators belonging to this domain: fecundity, mortality, population ageing, internal and external mobility of the population, the purpose being to underline the new socio-cultural processes with which this ancient space of culture and civilization will be interacting in the future decades.

Keywords: demographic transition, fecundity, mortality, international migrations, population ageing.


Introduzione1

L’ambito territoriale di riferi­mento – con una popolazione che attualmente è sempre più vicina al miliardo di essere umani – racchiu­de in sé la quasi totalità dei contrasti che abitualmente si osservano in campo demografico allorché si prende in considerazione la popola­zione dell’intero globo terracqueo.

Al giorno d’oggi in essa coesis­tono paesi a bassissima e paesi ad ancora elevata fecondità, paesi a mortalità estremamente contenuta con aree ove essa è ancora in transi­zione, paesi di immigrazione con paesi di emigrazione, aree ove il processo di invecchiamento della popolazione è ancora agli esordi con aree ove è praticamente terminato e così via.

Il posizionamento dei singoli sta­ti in un siffatto quadro di riferimen­to – a prescindere da una comune „logica di base” – può variare, però,


da caso a caso ed inoltre, anche se questo non rientra negli obiettivi che ci poniamo in questa occasione, è riscontrabile, almeno per quello che riguarda i paesi di maggiori dimen­sioni, anche all’interno degli stessi e ciò tanto in ambito europeo quanto in quello asiatico ed africano.

In sintesi se si vuol analizzare il tutto in termini di transizione demo­grafica riteniamo che, almeno in pri­ma approssimazione, possano indi­viduarsi tre grandi insiemi e cioè:

a)    ambiti a processi di (prima) tran­sizione terminati, in quanto in fase post-transizionale, quando non addirittura nella c.d. „se­conda transizione demografica”;

b)    ambiti a processo di transizione demografica in fase terminale, cioè in stadio avanzato della c.d. fase della „contrazione dello sviluppo”;

c)     ambiti a processo di transizione demografica in itinere, cioè nello stadio finale della c.d. fase dello „sviluppo accelerato” e/o in stadio intermedio della fase della contrazione dello sviluppo.

 

L’ambito territoriale di riferimento

 

Tenuto conto di quanto esposto soprattutto in una serie di pubblica­zioni che fanno capo allo „Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISSM-CNR)2 ubicato in Napoli ed in alcuni nostri precedenti lavori (Di Comite – Moretti, 1992 e 1999), in questa occasione inten­diamo adottare, ancora una volta, come ambito di riferimento un’area notevolmente vasta che comprende, oltre a quella che si potrebbe defi­nire come „Area (ristretta) del Bacino mediterraneo”, anche:

a)    a Nord, i paesi extra-medi­terranei dell’Unione Europea;

b)    a Sud il complesso dei paesi arabi (tanto del Maghreb quanto del Machrek) che gravitano sul Mediterraneo.

L’area globalmente individuata in una siffatta – oramai si potrebbe dire consolidata – maniera ovvia­mente può essere articolata (vedi Fig. 1) in tre distinti ambiti e cioè:

I) Area del Bacino mediterraneo
in senso stretto:

a)    europea: Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia, Albania, Grecia, Malta;

b)    asiatica: Turchia, Cipro, Siria, Libano, Israele, Palestina, Giordania;

c)     africana: Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Marocco.

II)  Resto dell’Unione Europea:
Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca,
Eire, Estonia, Finlandia, Germania,
Lettonia, Lituania, Lussemburgo,
Olanda, Polonia, Regno Unito,
Repubblica Ceca, Romania,
Slovacchia, Svezia, Ungheria.

III)   Resto del Mondo arabo:

a)   asiatico: Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Kuwait, Oman, Qatar, Yemen;

b)   africano: Mauritania, Sudan.

Si tratta globalmente di poco più di 50 paesi, ubicati su tre continenti (Africa, Asia ed Europa), a diffe­rente grado di sviluppo economico, di evoluzione demografica e di assetti socio-culturali. Dal punto di vista demografico i tre paesi di maggiori dimensioni – con più di 70 milioni di abitanti ciascuno – sono l’Egitto, la Germania e la Turchia, mentre i più piccoli – con meno di 1 milione di abitanti sempre al 2010 -sono Lussemburgo, Malta e Montenegro.

Considerata nel suo complesso, l’intera area di riferimento copre una superficie di circa 18,7 milioni di kmq, con una popolazione sti­mata al 2010 pari a poco più di


 



950 milioni di abitanti, ubicati per la maggior parte (quasi 500 milioni) nell’Area del Bacino medi­terraneo3. Gli aspetti che prendere­mo in considerazione nelle prossime pagine concerneranno tanti i feno­meni di stato quanto quelli di flusso e coprono un arco temporale che, in linea di massima, va dal 1980 al 2015, cioè il trentacinquennio a cavallo tra la fine del secondo e l’inizio del terzo millennio.

La fecondità

 

Rifacendosi allo stato di avanza­mento dei processi di transizione demografica l’intera area presa in considerazione è chiaramente suddi­visibile in tre a seconda che il tasso di fecondità totale (TFT), come risulta dalla Tav. II dell’Appendice, sia con riferimento all’ultimo quin­quennio considerato (alias, al 2010­15) inferiore al c.d. „livello di sosti­tuzione delle generazioni”4, cioè ad un TFT = 2,10, oppure superiore a 3,00: essendo l’ulteriore classe quella compresa tra questi due valori.

La prima classe (ossia quella con un TFT inferiore a 2,10) comprende i paesi in declino demografico5 e con particolare riferimento alla situazi­one più recente (vedi Fig. 2) ra­cchiude la maggior parte del nostro ambito territoriale di riferimento, in pratica cioè:

a)   tutto il „Resto dell’Unione
Europea”, con la sola Irlanda ai
margini avendo un TFT che vale

2,10;

b)    tutta la parte europea del Bacino Mediterraneo;

c)     sempre per quel che concerne l’Area del Bacino mediterraneo, Turchia, Libano e Cipro della sponda asiatica e la Tunisia per quella africana;

d)    infine, gli Emirati Arabi Uniti per quel che concerne il „Resto del Mondo Arabo”.

A sua volta questa prima classe può venire scomposta in tre sotto­classi a seconda che il TFT sia non superiore a 1,50, oppure compreso tra 1,51 e 1,80 o, infine, tra 1,81 e 2,10. Con problemi di sostenibilità di una siffatta situazione nel medio – e soprattutto nel lungo – periodo in linea di massima tanto più gravi quanto più basso (e generalizzato) è l’attuale livello della fecondità.

Sempre con riferimento al quin­quennio 2010-15, sino ad un TFT pari a 1,50 nella sponda europea del Bacino mediterraneo verrebbero a cadere molteplici paesi (Portogallo, Spagna, Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina,   Macedonia  e

Malta), mentre tra 1,51 e 1,80 vi sarebbero Serbia, Montenegro, Albania e Grecia, essendo la Francia (TFT = 1,99) l’unico paese al di là del limite di 1,80. Caratteristica comune della sponda mediterranea dell’Unione Europea è, dunque, la presenza di una fecondità defici­taria, che in alcuni casi (come ad esempio quello dell’Albania) ai fini della tenuta della dinamica della dimensione demografica non po­tranno neanche usufruire dell’apporto sostitutivo dell’immigrazione, dato che oramai si tratta di paesi di massiccia e consolidata emigrazione.

Più omogenea appare, invece, la situazione della sponda africana del Bacino mediterraneo ove quattro (Egitto, Libia, Algeria e Marocco) paesi su cinque hanno un TFT compreso tra 2,10 e 3,00, con il quinto paese, cioè la Tunisia, con un TFT oramai da alcuni quinquenni inferiore al livello di sostituzione e quindi con problemi analoghi a quelli dei paesi mediterranei dell’Unione Europea.

Per quel che concerne, invece, il „Resto del Mondo arabo” la prima evidenza da segnalare è la rapida caduta (vedi Fig. 2) dei livelli di fecondità verificatasi nel corso dell’intervallo di tempo preso in considerazione che in linea di massima ha portato da livelli sovente di tipo pre-transizionale (vedi Yemen, Oman ed Arabia Saudita) tanto a livelli post-transi-zionali (vedi Bahrain, Kuwait, Oman e Qatar), quanto a livelli da „seconda transizione demografica” (vedi Emirati Arabi Uniti).


Text Box:


La mortalità

Nel corso dell’intervallo preso in considerazione la mortalità ha su­bito nel tempo – in piena logica con quello che è il „cammino” dei pro­cessi di transizione demografica -un’evoluzione analoga a quella su­bita dalla fecondità: la mortalità, misurata per l’occasione tramite un indicatore indiretto quale la spe­ranza di vita alla nascita, è infatti venuta ovunque contraendosi con intensità, in linea di massima, ma­ggiore dove era più bassa (e, quindi, la speranza di vita alla nascita più elevata) e minore ove era più elevata.

Attualmente (2010-15), come ri­sulta ben evidente dai dati riportati nella Tav. III, solo tre paesi Mauritania, Sudan, Yemen del Mondo arabo presentano valori della speranza di vita alla nascita inferiori ai 70 anni. Per cui, dato che solo alcuni paesi europei hanno va­lori superiori agli 80 anni, discende che la maggior parte dei valori della speranza di vita cade nell’intervallo compreso tra i settanta e gli ottanta anni (vedi Fig. 3) e, quindi, è susce­ttibile nel breve periodo di ulteriori, anche cospicui, miglioramenti.

A tutto ciò si è pervenuto par­tendo ovunque da valori notevol­mente più bassi e – ancora una volta sulla base di un tragitto che si può ritenere caratteristico dei processi di transizione demografica – con mi­glioramenti generalmente tanto più marcati ed evidenti quanto più basso era il livello di partenza.

Per quel che concerne il vicino futuro ci sarà da attendersi un pro­cesso di progressiva omogeneizza­zione dei valori della speranza di vita alla nascita – e, quindi, della mortalità – data la contrapposizione che esiste tra i ristretti margini di miglioramento della mortalità nei paesi europei ed i cospicui margini che caratterizzano invece il feno­meno nei paesi ove la speranza di vita alla nascita è per i nostri giorni relativamente bassa ed i bassi livelli del quoziente (grezzo) di mortalità sono esclusivamente da attribuire alla tuttora „giovane” struttura per età della popolazione.

Struttura per età ed invecchia­mento della popolazione

 

Il combinato – e, temporalmente, sfasato – cammino della fecondità e della mortalità ha avuto notevoli conseguenze sulla struttura per età delle popolazioni dell’ambito terri­toriale da noi preso in considera­zione e, quindi, anche sul fenomeno dell’invecchiamento demografico il quale ha raggiunto gradi di evolu­zione differenti a seconda del diver­so grado di avanzamento dei relativi processi di transizione demografica.

In una siffatta ottica, l’osserva­zione dei dati che figurano nella Tav. IV, a sua volta, conferma e ovviamente ribadisce la consolidata regola (Di Comite, 1977) per cui quanto maggiormente è avanzato il processo di transizione demografica di questa o quella popolazione (vedi Fig. 4) tanto più elevato è il grado di invecchiamento della stessa.


 

Tutto ciò premesso, dai dati che dente che nell’intero ambito territo-figurano nella Tav. IV nonché dai riale preso in considerazione con­grafici della Fig. 4 appare ben evi-    vivono situazioni molto eterogenee


 


che vanno dall’esistenza di un pro­cesso di invecchiamento estrema­mente avanzato tipico di alcune po­polazioni europee in piena seconda transizione demografica a situazio­ni, caratteristiche soprattutto di al­cuni paesi di piccola dimensione demografica e di cospicua immigra­zione del „Resto del Mondo arabo”, ove tale processo è ancora agli esordi6.

Se ci si sofferma ad analizzare il contenuto tanto della Tav. IV quan­to della Fig. 4 balza evidente che nel corso dell’intervallo preso in considerazione (1980-2015) il pro­cesso di invecchiamento della po­polazione appare come un evento pressoché generalizzato, ai cui mar­gini sono rimasti solo alcuni stati di modeste dimensioni demografiche e di massiccia presenza straniera (Emirati Arabi Uniti, Qatar, Bahrain etc.) della Penisola arabica.

Ovviamente tali macroscopici di­vari saranno destinati nei prossimi decenni a progressivamente attenu­arsi mano mano che in questi ultimi paesi il declino di fecondità e morta­lità, oltre che il progressivo conte­nimento dell’immigrazione strani­era, comporteranno assetti più avan­zati della struttura per età delle loro popolazioni.

La mobilità territoriale delle popolazioni: il caso delle migrazioni internazionali

Accanto alle migrazioni interne che svolgono, in genere, un impor­tante ruolo per quel che concerne le redistribuzione della popolazione all’interno dei singoli stati, nel nostro ambito di riferimento un ruolo almeno altrettanto importante viene assunto dalle migrazioni inter­nazionali tanto se analizzate in ter­mini di flussi (sia in uscita, che di transito e in entrata) quanto se con­siderate in termini di stock.

Invero, nell’ambito territoriale da noi preso in considerazione, attual­mente coesistono paesi di immigra­zione – in genere rappresentati da paesi a sviluppo avanzato (PSA) e/o da paesi produttori di petrolio – e paesi di emigrazione, essenzialmen­te ubicati nei Balcani e soprattutto nel Mondo arabo.

Per quel che concerne i paesi di immigrazione essi possono, in base ad alcune loro peculiari caratteristi­che, suddividersi in tre e cioè:

a)    paesi europei di antica immigra­zione (Germania, Francia, Regno Unito, Austria, Belgio, Olanda e Lussemburgo);

b)    paesi europei di recente immigra­zione (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia), che sino all’inizio degli anni Settanta erano ancora paesi di emigrazione;

c)     paesi arabi produttori di petrolio (Libia, Arabia Saudita, etc.) ove in alcuni casi – concernenti so­prattutto stati di piccole dimen­sioni demografiche – la popola­zione soggiornante è per più della metà rappresentata da citta­dini stranieri.


Text Box:


Per quel che concerne, invece, i paesi di emigrazione essi sono so­prattutto interessati in termini di flussi a quelle che vengono abitual­mente dette migrazioni mediterranee che essenzialmente si svolgono sulla base di due traiettorie e cioè:

a)   i flussi Sud-Nord che, anche nell’ottica delle migrazioni di transito, concernono soprattutto l’Africa mediterranea e i paesi mediterranei dell’Unione Europea;

b)   i flussi Est-Ovest di breve raggio che coinvolgono l’area balcani­ca, tanto facente capo all’Unione Europea (Romania e Bulgaria), quanto ancora estranea ad essa (Albania e alcune repubbliche della vecchia Jugoslavia).

 

Conclusioni

 

L’analisi effettuata può fornire spunti per ulteriori e future rifle­ssioni; in conclusione, giova sotto­lineare come i citati fattori di ordine demografico, principalmente la con­trazione della mortalità con il con­seguente progressivo incremento della speranza di vita, a loro volta favoriti da un generale sviluppo eco­nomico e da un cospicuo migliora­mento delle condizioni igienico-sanitarie, abbiano determinato una crescita sostenuta della popolazione, specie nei PVS7. A questo punto, appare inevitabile il riaffacciarsi del dibattito di „malthusiana memoria”, mai realmente sopito, della sosteni­bilità a lungo termine di tale feno­meno in relazione alla disponibilità di risorse naturali e alimentari suffi­cienti e bastevoli per tutti. Stretta­mente legato ad esso, ritroviamo il tentativo di delineare una chiara ed univoca connessione causa-effetto fra sviluppo economico e crescita demografica; da un lato i sostenitori della teoria di Malthus, e la visione „catastrofica” dell’insufficienza di risorse, dall’altro la visione „otti-mistica” di chi sostiene una diretta correlazione fra i due fenomeni citati e guarda allo sviluppo tecno­logico come strada per la soluzione delle problematiche legate al reperi­mento delle risorse. Esulando dall’ambito territoriale di riferimen­to della nostra analisi, potremmo prendere in considerazione il caso di Cina ed India, ove da tempo sono in atto una serie di misure di politica demografica coercitiva; gli effetti di tali misure, in realtà, risultano piuttosto deboli e, in ogni caso, di impatto minore rispetto al „natu­rale” e inevitabile cammino dei pro­cessi di transizione demografica. Se­condo quanto stimato dalle Nazioni Unite8, col 2030 l’India dovrebbe superare la Cina in termini di di­mensione demografica in relazione anche alla diversa velocità con cui tali due paesi stanno sperimentando la contrazione della fecondità9. Dunque, i timori „malthusiani” legati ad una presunta incompatibi­lità fra sviluppo economico e cres­cita demografica risultano spesso smentiti dai fatti, come osservabile dai processi di transizione demo­grafica” in atto; certamente, il diba­ttito è e resta aperto e si arricchisce sempre più anche grazie alla osser­vata eterogeneità dei paesi ricadenti nell’area territoriale di riferimento delle nostre analisi.

Note

1     Lavoro svolto nell’ambito del pro­gramma di ricerca su „Dinamiche ed equilibri demo-economici nel con­tinente africano: implicazioni sulla presenza straniera in Italia”, finan­ziato dall’Università di Bari. I punti 1-3 vanno attribuiti al prof. L. Di Comite, quelli successivi alla dott.ssa S. Giordano.

2     La prima di queste – che hanno ca­denza annuale e sono curate da P. Malanima – è datata 2006 e l’ulti­ma 2013 (vedi Bibliografia).

3     I rimanenti circa 450 milioni vi­vono, poi, per la maggio parte – cioè per poco più di 300 milioni – nel „Resto dell’Unione Europea”, che ha grosso modo una dimensione de­mografica doppia di quella del „Resto del Mondo Arabo”.

4     Tale livello – che varia notevolmen­te in funzione del livello della mor­talità – viene talora acriticamente ritenuto costante e pari a 2,10.

5     Al limite si potrebbe parlare di stagnazione e non di declino in senso stretto nei casi in cui il TFT risulta, tra alti e bassi, nel medio periodo compreso tra 2,00 e 2,10. Nella Tav. IV sono stati utilizzati come valore di ingresso nelle età anziane i 60 anni. Ora, a prescindere dalla „questione” se tale età di soglia vada stimata in funzione degli anni già vissuti o dell’ulteriore speranza di vita, in questa occasione abbiamo optato per una età di soglia fissa e pari 60 anni, in quanto soluzione intermedia, ben consci che tale età oltre ad essere poco elevata per la maggior parte dei paesi europei è troppo alta per alcuni dei paesi arabi. Si confrontino, ad esempio, i dati della Tav. I.

Fonte: http://www.un.org/en/develo pment/desa/population/index.shtml Per quel che concerne l’India si ritiene che il TFR raggiungerà il valore di soglia che comporta la semplice soostituzione delle genera­zioni (TFR = 2,10) a solo nel 2050.


 


Bibliografia essenziale

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Tav. I – Dimensione demografica dell ‘area territoriale di riferimento (in migliaia)

a metà anno, 1980-2015.

 

Paesi

1980

1990

2000

2010

2015

el Bacino mediterraneo in senso stretto

Portogallo

9.785,92

9.925,48

10.336,21

10.675,57

10.701,58

Spagna

37.495,32

38.889,16

40.288,46

46.076,99

47.532,15

Francia

53.880,14

56.708,26

59.047,80

62.787,43

64.412,77

Italia

56.221,17

56.832,33

56.986,33

60.550,85

61.240,78

Slovenia

1.831,88

1.926,70

1.985,41

2.029,68

2.053,07

Croazia

4.376,61

4.517,20

4.505,53

4.403,33

4.360,91

Bosnia-Erz.

3.913,54

4.308,20

3.693,70

3.760,15

3.715,89

Serbia

8.946,08

9.568,74

10.133,56

9.856,22

9.806,95

Montenegro

576,07

608,82

632,61

631,49

633,90

Macedonia

1.794,83

1.909,35

2.009,09

2.060,56

2.072,65

Albania

2.671,30

3.289,48

3.071,86

3.204,28

3.258,26

Grecia

9.642,50

10.160,50

10.986,88

11.359,35

11.492,43

Malta

326,71

367,52

397,42

416,52

423,04

Turchia

44.105,22

54.130,27

63.627,86

72.752,33

77.002,70

Cipro

685,51

766,66

943,29

1.103,65

1.165,02

Siria

8.906,54

12.324,12

15.988,53

20.410,61

22.183,61

Libano

2.794,64

2.948,37

3.742,33

4.227,60

4.385,39

Israele

3.745,80

4.499,95

6.014,95

7.418,40

8.061,01

Palestina

1.510,36

2.081,42

3.198,56

4.039,19

4.647,78

Giordania

2.298,69

3.415,57

4.827,10

6.187,23

6.796,83

Egitto

44.952,50

56.843,28

67.648,42

81.121,08

88.178,71

Libia

3.063,00

4.334,46

5.231,19

6.355,11

6.606,03

Tunisia

6.457,09

8.215,11

9.456,12

10.480,93

11.026,22

Algeria

18.811,20

25.299,18

30.533,83

35.468,21

37.954,28

Marocco

19.566,92

24.781,11

28.793,24

31.951,41

33.570,28

Totale Area

348.359,54

398.651,24

444.080,26

499.328,15

523.282,25


Resto dell’Unione europea


Austria

7.548,80

Belgio

9.847,30

Bulgaria

8.861,54

Danimarca

5.123,03

Estonia

1.472,90

Finlandia

4.779,49

Germania

78.288,58

Irlanda

3.417,80

Lettonia

2.513,35

Lituania

3.430,09

Lussemburgo

364,16

Olanda

14.088,27

Polonia

35.577,21

Regno Unito

56.303,01

Rep. Ceca

10.261,61

Romania

22.201,39

Slovacchia

4.961,61

Svezia

8.310,47

Ungheria

10.698,53

Totale Area

288.049,12

del Mondo arabo

Arabia Saud.

9.801,48

Bahrain

357,96

E. A. U.

1.016,23

Kuwait

1.376,96

Iraq

13.743,53

Oman

1.181,34

Yemen

7.945,18

Qatar

221,59


 

7.670,51

8.004,71

8.393,64

8.462,59

9.949,02

10.175,68

10.712,07

10.866,95

8.818,92

8.006,16

7.494,33

7.251,94

5.141,03

5.339,50

5.550,14

5.646,80

1.567,63

1.370,75

1.341,14

1.336,77

4.986,44

5.173,37

5.364,55

5.449,83

79.098,09

82.349,03

82.302,47

81.471,17

3.531,22

3.803,78

4.469,90

4.731,86

2.663,91

2.384,97

2.252,06

2.210,08

3.695,89

3.500,03

3.323,61

3.251,63

381,23

435,49

507,45

542,97

14.891,72

15.862,83

16.612,99

16.849,78

38.056,17

38.302,44

38.276,66

38.356,95

57.214,47

58.874,12

62.035,57

63.934,92

10.302,72

10.242,89

10.492,96

10.633,51

23.206,72

22.191,68

21.486,37

21.239,96

5.270,07

5.404,85

5.462,12

5.505,68

8.558,83

8.860,15

9.379,69

9.647,36

10.376,32

10.210,55

9.983,65

9.903,05

295.380,91

300.492,97

305.441,35

307.293,77

16.139,05

20.045,28

27.448,09

30.538,11

492,89

638,19

1.261,84

1.403,74

1.808,64

3.033,49

7.511,69

8.374,26

2.087,69

1.940,79

2.736,73

3.086,97

17.373,77

23.857,46

31.671,59

36.977,14

1.868,06

2.264,16

2.782,44

3.058,57

11.948,21

17.723,19

24.052,51

27.979,96

473,72

590,96

1.758,79

2.032,73


 

Text Box: Mauritania Sudan Totale Area Totale complessivo 1.517,82 1.995,55 2.642,74 3.459,77 3.869,40 20.070,87 26.494,17 34.187,73 43.551,94 49.071,94 57.232,95     80.681,74   106.923,98   146.235,39   166.392,81

693.641,60   774.713,89   851.497,22   951.004,90   996.968,82

 

Totale mondo 4.453.007,47 5.306.425,15 6.122.770,22 6.895.889,01 7.284.295,60


 

Fonte: elaborazione propria su dati ONU (United Nations, Department of Economic and Social Affairs, Population Division (2010). Trends in International Migrant Stock (United Nations database, POP/DB/MIG/Stock/Rev.2010), http://esa.un.org/wpp/index.htm.

 

Tav. II – Tassi di fecondità totale per l’area territoriale di riferimento 1980-2015.

 

Paesi                                        1980-     1990-     2000-     2005-      2010-

1985    1995    2005    2010     2015

Area del Bacino mediterraneo in senso stretto

 

Portogallo

2,01

1,51

1,45

1,36

1,31

Spagna

1,88

1,28

1,29

1,41

1,50

Francia

1,87

1,71

1,88

1,97

1,99

Italia

1,54

1,28

1,25

1,38

1,48

Slovenia

1,88

1,36

1,23

1,39

1,48

Croazia

1,96

1,52

1,36

1,42

1,50

Bosnia-Erzegovina

1,99

1,53

1,28

1,18

1,13

Serbia

2,32

1,96

1,72

1,62

1,56

Montenegro

2,17

1,81

1,78

1,69

1,63

Macedonia

2,33

2,06

1,56

1,46

1,40

Albania

3,90

2,78

1,99

1,60

1,53

Grecia

1,96

1,37

1,28

1,46

1,54

Malta

2,04

2,01

1,41

1,33

1,28

Turchia

4,15

2,90

2,23

2,15

2,02

Paesi

1980-

1990-

2000-

2005-

2010-

1985

1995

2005

2010

2015

Cipro

2,45

2,33

1,59

1,51

1,46

Siria

6,77

4,80

3,39

3,10

2,77

Libano

3,90

3,00

2,09

1,86

1,76

Israele

3,13

2,93

2,91

2,91

2,91

Palestina

7,05

6,59

5,05

4,65

4,27

Giordania

7,05

5,14

3,60

3,27

2,89

Egitto

5,20

3,90

3,15

2,85

2,64

Libia

7,18

4,10

3,00

2,72

2,41

Tunisia

4,92

3,13

2,04

2,04

1,91

Algeria

6,49

4,13

2,53

2,38

2,14

Marocco

5,40

3,66

2,52

2,38

2,18

Resto dell’Unione europea

 

Austria

1,59

1,47

1,39

1,38

1,35

Belgio

1,60

1,61

1,69

1,79

1,84

Bulgaria

2,01

1,51

1,25

1,46

1,55

Danimarca

1,43

1,75

1,76

1,85

1,89

Estonia

2,09

1,63

1,39

1,64

1,70

Finlandia

1,69

1,82

1,75

1,84

1,88

Germania

1,46

1,30

1,35

1,36

1,46

Irlanda

2,76

1,91

1,97

2,10

2,10

Lettonia

2,00

1,63

1,25

1,41

1,51

Lituania

2,03

1,81

1,28

1,41

1,50

Lussemburgo

1,47

1,66

1,65

1,62

1,68

Olanda

1,52

1,58

1,73

1,75

1,79



Tav. III Speranza di vita alla nascita per l’area territoriale di riferimento, 1980­2015.

 

Paesi

1980­1985

1990­1995

2000­2005

2005­2010

2010­2015

Area del Bacino mediterraneo in senso stretto

Portogallo

72,33

74,68

77,33

78,59

79,83

Spagna

75,95

77,41

79,64

80,48

81,80

Francia

74,78

77,35

79,61

80,95

81,73

Italia

74,76

77,39

80,20

81,37

82,00

Slovenia

71,10

73,67

76,68

78,59

79,54

Croazia

70,46

72,53

74,90

76,01

76,88

Bosnia-Erzegovina

70,69

63,68

74,45

75,12

75,91

Serbia

70,18

71,81

73,21

74,00

74,73

Montenegro

74,06

76,00

74,41

74,01

74,94

Macedonia

69,56

71,82

73,35

74,22

75,10

Albania

70,42

71,23

75,33

76,38

77,12

Grecia

75,24

77,37

79,03

79,52

80,09

Malta

73,59

75,82

77,85

78,80

79,97

Turchia

58,40

64,44

70,95

72,96

74,31

Cipro

75,26

76,93

78,32

78,94

79,87

Siria

67,52

72,05

74,50

75,35

76,06

Libano

67,05

69,40

71,03

72,00

72,92

Israele

74,64

77,10

79,62

80,69

82,01

Palestina

64,40

68,86

71,34

72,17

73,12

Giordania

68,04

70,95

72,33

72,91

73,62

Egitto

57,63

63,73

70,48

72,35

73,53

Libia

62,40

69,00

72,80

74,04

75,08

Tunisia

64,10

70,11

73,02

73,90

74,78

Algeria

61,38

67,84

70,99

72,30

73,46

Marocco

59,65

65,45

69,61

71,16

72,54

Resto dell’Unione europea

 

Austria

73,14

76,05

78,82

80,24

81,05

Belgio

73,89

76,39

78,18

79,77

80,00

Bulgaria

71,24

71,12

72,09

72,71

73,67

Danimarca

74,41

75,19

77,21

78,25

79,04

Estonia

69,33

68,52

71,31

73,91

75,05

Finlandia

74,28

75,74

78,27

79,34

80,22

Germania

73,80

76,02

78,69

79,85

80,62

Irlanda

73,09

75,30

77,62

79,68

80,79

Lettonia

69,25

67,91

71,30

72,27

73,82

Lituania

70,78

69,90

71,91

71,31

72,80

Lussemburgo

72,78

75,61

78,10

79,39

80,16

Olanda

76,13

77,26

78,68

80,20

80,87

Polonia

70,98

71,14

74,53

75,51

76,37

Regno Unito

74,11

76,16

78,35

79,58

80,36

Repubblica ca

70,78

72,50

75,54

77,01

77,90

Romania

69,66

69,36

71,47

73,16

74,26

Slovacchia

70,63

71,61

73,84

74,72

75,76

Svezia

76,38

78,14

80,05

80,88

81,67

Ungheria                      69,08     69,42     72,59     73,64     74,73

Resto del Mondo arabo


Tav. IV Indici di vecchiaia (percentuale ultrasessantenni) per l’area territoriale di

riferimento, 1980-2015.

Paesi                          1980            1990            2000            2010             2015

Area del Bacino mediterraneo in senso stretto

 

Portogallo

15,8

19,0

21,6

23,7

25,5

Spagna

15,3

19,0

21,6

22,4

23,7

Francia

17,2

19,2

20,5

23,0

24,8

Italia

17,3

20,7

24,2

26,5

27,7

Slovenia

14,5

15,8

19,2

22,1

25,0

Croazia

13,8

17,4

21,7

23,8

26,0

Bosnia-Erz.

8,2

10,3

16,4

19,8

21,7

Serbia

11,9

14,9

17,9

19,5

22,1

Montenegro

10,5

12,4

16,8

17,8

19,9

Macedonia

8,9

11,4

14,8

16,7

18,9

Albania

7,3

7,6

10,2

14,2

16,3

Grecia

17,5

20,0

22,7

24,9

26,3

Malta

12,4

12,9

15,4

21,5

24,8

Turchia

6,5

7,2

8,8

10,1

11,5

Cipro

13,1

13,6

14,1

16,3

17,9

Siria

4,6

4,7

4,8

5,7

6,7

Libano

7,3

9,2

10,4

11,9

12,4

Israele

11,9

12,2

13,3

14,9

15,5

Palestina

3,5

3,4

3,8

4,4

4,7

Giordania

4,8

4,9

5,0

5,3

5,5

Egitto

6,9

7,4

7,9

8,5

8,9

Libia

4,7

5,1

6,0

6,7

7,6

Tunisia

5,4

6,8

8,8

9,9

11,6

Algeria

5,2

4,9

5,9

6,8

7,8

Marocco

4,7

5,8

6,8

7,3

8,4

 

 

Resto dell’Unione europea

 

Austria

18,9

20,3

20,4

23,1

24,3

Belgio

18,3

20,6

22,0

23,3

24,6

Bulgaria

15,7

19,3

22,2

25,5

26,8

Danimarca

19,5

20,4

19,8

23,3

24,6

Estonia

16,0

17,2

21,2

23,4

24,6

Finlandia

16,4

18,5

19,9

24,8

27,2

Germania

19,0

20,4

23,3

26,0

28,0

Irlanda

14,9

15,2

15,2

16,1

17,5

Lettonia

16,5

17,4

21,2

24,0

24,5

Lituania

14,4

16,1

19,1

20,4

21,1

Lussemburgo

17,8

19,0

18,8

19,0

19,7

Olanda

15,6

17,3

18,1

22,1

24,3

Polonia

13,1

14,9

16,8

19,3

22,4

Regno Unito

20,0

20,8

20,7

22,7

23,5


Rep. Ceca

16,6

17,8

18,2

22,4

24,3

Romania

13,3

15,8

19,2

20,0

21,8

Slovacchia

13,2

14,8

15,3

17,6

20,3

Svezia

21,9

22,8

22,2

25,0

25,7

Ungheria

17,0

19,1

20,3

22,6

24,7

 

 

Resto del Mondo arabo

 

 

Arabia Saud.

4,7

4,0

4,7

4,3

5,4

Bahrain

3,7

3,7

3,8

3,5

3,6

E. A. U.

1,8

1,8

1,7

0,7

1,1

Kuwait

2,5

2,8

4,7

3,9

3,8

Iraq

6,2

5,6

5,3

4,8

5,2

Oman

4,3

3,5

3,7

4,0

4,1

Yemen

4,7

4,1

4,3

4,5

4,7

Qatar

2,5

2,3

3,0

1,9

1,7

Mauritania

4,7

5,0

4,9

4,9

5,1

Sudan

4,6

4,6

4,6

4,9

5,1