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Journal of The Faculty of
Political and Administrative Sciences

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Coordonat de Angelo CHIELLI & Ioana Cristea DRĂGULIN

Volum IV, Nr. 2(12), Serie nouă, Martie – Mai 2016

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„Doparie”: un contributo alla democratizzazione della democrazia

( „Doparie”: a contribution to the democratization of  democracy)

Francesco CATALANO

 

Abstract. The „Doparie” is a proposal, a method indeed, for participatory democracy in a context of a representative democracy. The awareness, that the policy, which has long been considered unreliable by the civil society, has been the assumption for a search of an organic participation. This has been developed through a scientific survey conducted by the National Research Council that examines the relationship between „emotion and participation”, using also the   studies of prof. B. Frey on „Economics and Happiness”. The goal is to create a public opinion structured within the parties that may have an influence, through a deliberative debate on the partisan choices.

Keywords: Party, Democracy, Debat, Participation, Emotionality

Introduzione

Nella scena politica italiana è apparso, nell’ultimo decennio, un istituto pre–elettorale utilizzato da alcuni partiti politici, che seppur non rivestendo, ad oggi, alcun ruolo normativo si manifesta come  “consuetudine democratica”: le primarie. Una sorta di viatico alla partecipazione degli elettori,  per la scelta del candidato a cariche politiche in contrapposizione al sistema della  designazione  degli stessi  da parte dei partiti. La consapevolezza, percepita dai partiti, che la politica è da tempo considerata, dalla società civile, inaffidabile è stato l’assunto per l’utilizzo del suddetto meccanismo partecipativo ( in particolare da parte della  sinistra). L’esperienza delle primarie, pur con tutte le difficoltà, mostra  la funzione d’incitamento alla partecipazione, ma anche il limite naturale dell’istituto. La necessità di un ulteriore salto, verso una partecipazione articolata e organica, è stata elaborata attraverso una ricerca scientifica realizzata da Raffaele Calabretta (ricercatore presso l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr a Roma), che esamina il rapporto tra “emozioni e partecipazione” avvalendosi, tra l’altro, delle ricerche del prof. Bruno Frey di Zurigo, le quali dimostrano come la  possibilità di incidere sulle decisioni politiche, da parte dei cittadini svizzeri, aumenti la loro felicità. Lo studio scientifico, del ricercatore  del CNR, si è tradotto nel 2010 in un originale libro a metà tra romanzo e saggio politico dal titolo: “Doparie, dopo le primarie”.

Il titolo, già di per sé,  evocativo di mescolanza di fenomeni politici, rappresenta, giustappunto, una consequenzialità partecipativa strutturata, che dalle primarie (prima delle votazioni), approda alle doparie (dopo le votazioni), in un’interazione consultiva o propositiva (dal basso o dall’alto) tra partiti e loro elettori.

Cosa sono le doparie

Il progetto delle Doparie si basa su studi interdisciplinari riguardo a emozioni politiche, per estensione  “felicità alla partecipazione”.    È  doveroso sottolineare che il termine “felicità”  è stato utilizzato in economia, almeno in Italia, già nel ‘400 dagli umanisti civili[1], come pure nel periodo illuminista dal conte Pietro Verri [2] (economista, filosofo e storico), che definì l’economia “scienza della pubblica felicità” a differenza di quanto A. Smith  aveva postulato con l’opera  “La ricchezza delle nazioni”. Fatte le dovute precisazioni,  la ricerca sulla felicità nell’attuale società,  si è esplicata attraverso la lente di varie discipline quali: l’economia, la psicologia, la sociologia, la scienza politica, la statistica e la stessa filosofia.  Eminenti studiosi come Bruno Frey e Alois Stutzer, hanno fatto derivare un collegamento diretto tra felicità, economia, istituzioni  politiche e democrazia. I due scienziati autori del testo: “Economia e felicità. Come l’economia e le istituzioni influenzano il benessere”[3], sostengono  che il livello di felicità e lo stato di benessere individuale non sono solo determinati da  fattori economici  e sociali come il reddito e la disoccupazione, ma che i fattori istituzionali come la democrazia e il decentramento politico sono altrettanto importanti modellatori della sensazione di benessere individuale.

Insomma, “il contare” sinonimo politico di partecipazione,  allorquando viene ridotto, minimizzato o persino precluso al cittadino,  diventa un ostacolo reale,  che si riflette nella quotidianità  dando vita all’antipolitica e alle sue conseguenze. Nelle prime  pagine del saggio: “Doparie, dopo le primarie”[4], l’autore R. Calabretta, pone una domanda all’attenzione del lettore:  

“ In altre parole, il notevole progresso scientifico raggiunto è di aiuto anche nel sospirato raggiungimento della felicità, del singolo individuo e in generale della società?”[5]

Attraverso questo interrogativo, che svolge la funzione di filo conduttore, parte l’ambiziosa, comunque innovativa, idea su come è possibile incidere sulle decisioni politiche da parte della società civile. Secondo Calabretta, l’obiettivo delle Doparie è stimolare le emozioni positive attraverso una  felice partecipazione alla vita politica.

Si sottolinea,  che la felicità  non deve essere intesa  come bisogno racchiuso solo nella sfera personale, ma anche benessere relazionabile attraverso azioni o attività   perseguendo, come fine naturale, il vivere bene, sinonimo  di “essere felice” (eudaimonia)[6], in un  contesto socio-politico. Di seguito al concetto di “felicità”, l’autore pone l’accento sul termine “emozionalità”, in un’accezione etimologica dello stesso, dal bivalente significato di emotività e razionalità asserendo che le Doparie sortiscono:

“Emotività, perché esse si nutrono di rabbia e altre emozioni negative degli elettori, ma anche di gioia […] tra quelli che condividono partito e ideali. Razionalità, perché attivano attraverso il processo deliberativo un’interazione tra politici, loro  sostenitori, esperti e libera informazione”[7].

Calabretta si rende conto che in Italia, come in tutti i paesi democratici: “è diffusa la disaffezione  dei cittadini  nei confronti  delle istituzioni democratiche”[8], dimostrato da alcuni esempi, come la minor affluenza alle urne o la  diminuzione degli iscritti ai partiti. Le primarie (del centro sinistra) hanno evidenziato che la partecipazione degli elettori , pur di manifestare la propria intenzione, per la  scelta del candidato  premier o del candidato segretario, non si è arrestata neanche di fronte all’obolo richiesto dagli organizzatori. A dimostrazione  che le scelte politiche sono: “davvero efficaci quando sono condivise da parte di elettori informati che abbiano discusso i problemi da risolvere.”[9] Il ricercatore cosciente della limitatezza delle primarie, dovuta alla loro  temporalità occasionale, propone una prassi consequenziale, che integri la prima in una sorta di binomio funzionale alla partecipazione: “Le Doparie, primarie dopo le elezioni su questioni di governo”[10], una sorta di soluzione di 2° grado, in quanto attuabile dopo le primarie (soluzione di 1° grado).  Non tragga in inganno la definizione “soluzione di 2° grado” assoggettata alle Doparie, semmai  è la gradualità che le  rendono preminenti rispetto alle Primarie.

Esse sono un metodo partecipativo in cui i cittadini sono chiamati a pronunciarsi attraverso consultazioni diffuse, che aprono alla discussione e all’approfondimento  dell’argomento particolare e controverso, alcuni esempi possono essere: la TAV (Treno Alta Velocità), TTIP (Partenariato Transatlantico sugli investimenti e il commercio), il Testamento Biologico, il  Matrimonio egualitario ed altro ancora. Comunque argomenti e questioni in cui si chiede il parere del cittadino o al contrario  è il cittadino ad  invitare le istituzioni a valutare  proposte originate dalla base. D’altronde la complessità delle “società della modernità liquida” [11], hanno bisogno di essere guidate da eterogenei attori quali: politici, tecnici, cittadini, gli stessi movimenti, per la gestione del bene comune.   Tecnicamente sono un processo decisionale deliberativo, che  creerebbero cittadini informati, politici consapevoli del sostegno di base e tecnici meno tecnocratici. A questo punto,  è opportuno specificare alcune caratteristiche rilevanti delle Doparie, utili a definire un insieme prospettico dell’istituto:

  • “Le Doparie sono una proposta di democrazia partecipativa;
  • Sono una sorta di canale comunicativo di tipo consultivo o propositivo, su temi e questioni aperte;
  • Non sono aperte a tutto il corpo elettorale, ma sono riservate ai cittadini che si riconoscono in un determinato partito o coalizione;
  • Non posseggono potere vincolante;
  • Possono essere utilizzate al massimo una volta l’anno per consultare gli elettori dopo le elezioni, su temi fondamentali .”[12]

Da un punto di vista giuridico, il meccanismo delle Doparie non necessita di norme, in quanto assume lo stesso principio delle  primarie. Legiferare la partecipazione si tradurrebbe quasi  in “partecipazione coercitiva”,  assimilabile al voto elettorale previsto costituzionalmente. I dati dimostrano come questo “diritto – dovere” costituzionale, sia oggi eluso da quasi il 40% degli elettori. Riproporre lo stesso meccanismo giuridico equivarrebbe a  “nulla di fatto”. Le doparie  invece,  prevedono una “partecipazione consapevole”, ossia non forzano il cittadino o associazioni ad essere onnipresenti alle chiamate, ma invitano ad  utilizzare lo strumento quando ognuno lo ritenga necessario.  La sicurezza è data dalla presenza del dispositivo.

Tipologia delle doparie

Secondo l’ideatore,  le doparie, andrebbero impiegate  nel periodo post elezioni, momento in cui il distacco, almeno in Italia,  tra elettori  e politica è maggiore. D’altronde, l’insoddisfazione verso il sistema politico e la protesta contro i partiti principali,  hanno raggiunto limiti estremi. Da ciò la crescente incertezza elettorale, la diffusa tentazione astensionista e l’aumento del sentimento, bicefalo, anti politico e anti partitico. Tra l’altro, secondo alcune delle ipotesi della teoria del “ciclo politico-economico” [13] di Nordhaus, obiettivo dei politici in carica è mantenere il loro status, per cui le scelte  sono indirizzate  alla loro rielezione. Peraltro, gli elettori sovente tengono conto delle performance dei politici, poste in atto  a ridosso del periodo elettorale, immemori delle scelte assunte  dalla politica nel periodo non elettorale. In questo frangente, del  dopo elezioni, verrebbero adottate le Doparie, per colmare quel distacco enunciato, tra politica ed  elettori, tra partiti e iscritti e/o simpatizzanti. Il meccanismo delle Doparie,  a differenza delle primarie (ruolo consultivo) o del referendum abrogativo, prospetta una doppia funzione, consultiva e propositiva, con percorsi lineari , sia in senso orizzontale che verticale, come dimostra la tabella:

1

Tab. n. 3 

Movimento orizzontale:

  • in base alla territorialità possono essere Nazionali o Locali;
  • in base alla massa dei partecipanti possono essere Aperte o Chiuse (interne al partito o alla coalizione ).

Movimento verticale:

  • originate dall’alto (Doparie consultive);
  • originate dal basso (Doparie propositive).

Secondo l’autore, la prima funzione (consultiva), può essere attivata  dai partiti o dalle coalizioni, sia di governo che di opposizione, usata al massimo una volta l’anno (scadenza relativamente vincolante), per  consultare l’elettorato su temi fondamentali e controversi presenti nel programma elettorale, come pure su argomenti non previsti, ma rilevanti.

La procedura, in questo caso, sarebbe identica, per affinità con l’esperienza delle primarie, con un Ufficio centrale tecnico amministrativo che fungerebbe da Ministero degli Interni (L’Ufficio tecnico-amministrativo cura l’attuazione regolamento e lo svolgimento della “Primarie” ed è composto da un rappresentante per ciascuna delle forze politiche aderenti alla coalizione).

L’autore Calabretta, al fine di rendere consapevole  il lettore, semplifica la funzione consultiva con l’esempio sulla tassazione  delle rendite finanziarie presente nel programma elettorale del  II° Governo Prodi, ma che divise, dopo le elezioni, la maggioranza del centrosinistra tra favorevoli e contrari, convinti entrambi  del  maggior sostegno della pubblica opinione.  Questo, è il tipico caso in cui si sarebbero potute utilizzare le Doparie di tipo consultivo.  La coalizione   avrebbe invitato i propri elettori o simpatizzanti a parteciparvi e dal risultato delle urne,  il soggetto proponente avrebbe potuto trarne l’indirizzo da seguire, o quantomeno avere consapevolezza delle posizioni del proprio elettorato.

Lo stesso percorso, ma  al contrario,  può essere avviato dall’elettorato:

“…ovvero che sia l’elettorato a chiedere di porre alcune questioni al vaglio di un voto consultivo, prima di prendere una determinata decisione”[14].

Infatti, la seconda  funzione (propositiva), ha origine dalla società civile (dal basso) per arrivare ai partiti (all’alto). I cittadini, rendendosi promotori, possono proporre su questioni specifiche:

“…ai partiti della propria coalizione d’indire  una determinata doparia propositiva” [15].

L’articolazione, di quest’ultima tipologia, prevede la raccolta di firme dei cittadini proponenti, per la presentazione della proposta di doparia al partito o alla coalizione di riferimento. Qui sorge il problema della quantità  delle   firme necessarie per la presentazione della doparia propositiva. La questione, può essere risolta attraverso la comparazione tra gli  istituti di democrazia diretta (referendum abrogativo, legge di iniziativa popolare) e  l’istituto in esame, per definire  la quantità di  firme  accettabili e  utili a legittimare la  richiesta di doparie propositive.

Se per il referendum abrogativo, a prescindere dal giudizio di legittimità della Corte Costituzionale, servono cinquecentomila firme (o cinque consigli regionali), pari a l’un per cento dell’intero corpo elettorale (circa quarantasettemilioni di elettori), mentre per la legge di iniziativa popolare  necessitano cinquantamila firme pari allo 0,1 per cento dell’intero corpo elettorale, per le doparie propositive “appare ragionevole una percentuale che cada nell’intervallo tra lo 0,1 per cento e l’1 per cento” [16].

La percentuale determinatasi (pari circa  dello 0,55 per cento) dovrà poi essere rapportata al numero dei voti  del  partito o della coalizione di riferimento e non al numero degli elettori nazionali.

L’accento sul problema delle firme, per legittimare  (lo 0,55 per cento) la richiesta della doparia propositiva, può indurre chiunque a pensare, che questa abbia  in sé una valenza politica maggiore nei confronti dell’altro tipo di doparia. Il dubbio, nel caso dovesse sorgere, verrebbe superato dal considerare, ambedue le tipologie detentrici di  identica valenza  politica partecipativa, semmai cambia il valore:

  • valore politico costruttivo legato alla doparia propositiva, in cui la presentazione di un progetto originato “dal basso”rappresenta l’invito, dei promotori, al partito di riferimento affinché possa indire una doparia;
  • valore politico esortativo legato alla doparia consultiva, in cui la proposta, riveniente dall’alto,  invita il cittadino a esprimere un giudizio consapevole sul tema oggetto di doparia.

Come pure, la differenza del percorso attuativo dell’una e dell’altra doparia può suscitare, questa volta,  gradualità di valore politico:

  • percorso attuativo doparia consultiva:
    • origine doparia, partito : invito a partecipare →dibattito deliberativo[17] →votazione e firma;
  • percorso attuativo doparia propositiva:
    • origine doparia, società civile: doparia legittimata con firma dei proponenti (0,55 per cento elettorato del partito)→ presentazione della richiesta al partito di riferimento → valutazione da parte del partito referente → attuazione della doparia→ dibattito deliberativo →votazione e firma.

Come si può notare l’unica differenza sostanziale è rappresentata dall’origine della proposta, che determina un modus operandi differente, mentre la valenza politica, rappresentata dalla partecipazione del cittadino, è identica. L’atto ultimo della  firma, nei due casi sinonimo di voto, evidenzia una sorta “di sentore comune  indifferibile”  della società civile verso i temi più disparati accompagnato dal bisogno di partecipare, giudicare e contare.

Fin qui, si è fatto riferimento alle doparie con competenza nazionale, ma le stesse potrebbero essere indette, nelle due forme sopra descritte, anche dalle Amministrazioni locali (Regioni, Comuni).  Il “Testo unico degli enti locali 267/2000, Titolo I,  Disposizioni Generali” , disciplina i contenuti e le modalità degli statuti degli Enti locali e prevede la partecipazione popolare attraverso consultazione della popolazione, nonché le procedure per l’ammissione d’istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati su materie esclusivamente di competenza locale (TUEL 267/2000 art.6 comma 2 – art. 8 comma  3, 4). Di fronte all’obiezione, che le doparie rappresenterebbero la copia degli istituti  di democrazia diretta previsti dal TUEL 267/2000, si fa rilevare come  il carattere restrittivo dei regolamenti statutari degli Enti locali rendono disagevole la partecipazione ai vari tipi di consultazione. I regolamenti degli E. L., necessitano di procedure attuative, spesse volte modificate dalle varie amministrazioni,  che si alternano al potere. Inoltre, bisogna tener conto delle  ridotte materie di  competenza  degli istituti suddetti e dell’impegno di spesa che inciderebbe  sulle finanze dell’Ente promotore, qualora si promuovesse una consultazione diretta. Lo svolgimento di una doparia, a differenza di un qualsiasi istituto diretto,  sarebbe coperto dal contributo volontario dei partecipanti e graverebbe limitatamente sul bilancio locale. Tuttavia, i dubbi e le obiezioni si vanificano se si  considera il principio di base che sostiene l’uso delle doparie, ovvero rivitalizzare il rapporto tra partiti ed elettori, non solo  ma anche tra cittadini e la “Politica”. Nell’esperienza recente un istituto  similare alle Doparie, per finalità ma non per metodo, ovvero  il  referendum propositivo[18] è stato   impiegato,  dalla Repubblica di San Marino e dalla  Repubblica Federale Svizzera. In Italia, tale istituto non è previsto dalla Costituzione, solamente la Regione autonoma della Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Bolzano hanno introdotto l’istituto nei loro statuti (previsto dal Dlgs18 agosto 2000, n. 267 art.8), se ne sono svolti fino al 2012 tre referendum propositivi. La notizia è degna di nota,  in quanto rappresenta un tentativo di condivisione delle scelte politiche, comunque  lontano dagli obiettivi delle Doparie.

Doparie chiuse, doparie aperte

Il principio al quale riferirsi è il seguente:

“Le doparie non sono state immaginate come referendum aperti a tutti i cittadini,  ma come consultazione tra partiti e quella parte di cittadini che si riconoscono come loro elettori”[19].

Se ne deduce,  che  il significato generale di “doparie chiuse o interne” è riferito alla partecipazione degli  iscritti e di coloro che si dichiarano simpatizzanti, su questioni riguardanti le  linee politiche del partito. Mentre, le “doparie aperte” aprono le porte non  solo a iscritti e vecchi  elettori del partito, ma anche a potenziali nuovi elettori su questioni che dividono il partito o la coalizione di partiti.  I confini delle due modalità sono nella realtà precari.

La differenza, tra doparie aperte e chiuse  ha senso se  consideriamo  lo status di iscritto  di un qualsiasi partito,  rispetto al  comune cittadino elettore. Le doparie  chiuse o interne hanno  l’obiettivo di valorizzare  il ruolo degli iscritti,  che verrebbero consultati frequentemente sulle tematiche di partito preferibilmente  attraverso l’accesso  on – line.

2

Tab 4

Ciononostante, è opportuno rilevare, che la  sfera virtuale deve rappresentare un aspetto della vita politica di un partito, che dovrà concretizzarsi in momenti di partecipazione e confronto reale, perché le Doparie sono sostenute da un moto reale anziché virtuale.

Le doparie aperte sono rivolte  agli iscritti ed elettori simpatizzanti di un dato partito o coalizione, le stesse possono   essere utilizzate una volta l’anno,  su questioni che dividono il partito o la coalizione di riferimento. La peculiarità è rappresentata dalla partecipazione fisica del cittadino elettore alla consultazione  e dal corrispettivo  contributo volontario (consultazione autofinanziata).


3

Tab. 5

Così descritte, le due tipologie, appaiono rinchiuse in angusti limiti di operatività, senza per questo,  presupporre elasticità di fronte a situazioni reali.  Se  l’obiettivo è riannodare  i legami tra società civile e partiti attraverso la partecipazione  consapevole degli attori interessati, le modalità operative su descritte possono variare  senza  stravolgerne il fine.

Nel febbraio 2012 è stata indetta la prima doparia on line (tipo aperta), promossa dal gruppo “Insieme per il PD” e terminata a maggio dello stesso anno sulla legge elettorale.

Nel caso specifico,  si sarebbe dovuto promuovere una doparia interna al PD. La realtà ha dimostrato la necessità d’invitare, alla consultazione, non solo il popolo idealmente vicino al soggetto promotore, ma anche quanti sentissero il bisogno di contribuire al di là delle sigle partitiche.  Questo dimostra, come le tipologie delle Doparie possono variare in base alle esigenze e agli obiettivi dei proponenti.

L’istituto delle Doparie, ad oggi in Italia, è riconosciuto e ammesso nello Statuto del PD e nel movimento Possibile di P. Civati, in verità ambedue gli statuti parlano di “referendum  interni” istituto che emula, semmai, l’operatività delle Doparie. Le differenze, tra i due istituti, non sono del tutto minimali : nel caso di referendum deliberativo o approvativo, (presente nello statuto del PD), la decisione della maggioranza dei voti validamente espressi, rende  vincolante il risultato della votazione;  la percentuale del 5% , dei richiedenti il referendum, si riferisce sia al referendum deliberativo, sia a quello consultivo. Le Doparie, a differenza del referendum deliberativo, hanno carattere  consultivo e propositivo e il destinatario referente (partito), ha la facoltà di discernere l’opportunità della proposta, ancora prima di esplicarla (doparia propositiva), né il risultato della votazione vincola il partito. Gli articoli, presenti nello statuto del PD, appaiono più un argine all’ipotetico abuso del referendum, che una scelta razionale, al punto da dare la sensazione di un controllo da parte dei dirigenti della struttura partitica, quasi a difesa del loro status (l’aspetto risulta più evidente nello statuto del PD). Il caso del referendum deliberativo, così come previsto dal PD col vincolo del risultato, allontana la struttura partitica dal ruolo di mediatore politico e rende vano l’intento delle Doparie di allargare la democrazia rappresentativa attraverso forme di democrazia partecipativa. Tuttavia, assumere nei propri statuti  forme di partecipazione (Sistema informativo per la partecipazione per il PD), seppur articolate e quasi limitative, è un atto di consapevolezza riguardo al divario tra elettori e partiti.

E – democracy   e  doparie

“Le doparie non sono consultazioni elettroniche tra partiti e loro militanti esperti di computer…”[20].

Questa definizione ci porta a valutare  il rapporto tra doparie e tecnologia della comunicazione, ma prima ancora tra democrazia e ICT (Information and Communication Technologies).   L’enorme sviluppo dell’informatica   ha prodotto  hardware e software  tali da poter essere utilizzati da chiunque con appena un minimo di conoscenza, in quanto l’uso di programmi indirizzati agli oggetti (icone nel gergo informatico) rendeva e rende tutt’oggi intuitiva  la gestione  di qualsiasi risorsa virtuale.  Ancor più  istintivo  e ammiccante  è stato l’uso di Internet e dei suoi servizi (posta elettronica,  web,  social network, ecc…). Insomma, la comunicazione è entrata a pieno titolo a far parte del quotidiano divenendo una risorsa sociale tanto da produrre una cultura della rete. Gli  spazi di comunicazione e la stessa cultura della rete informatica hanno coniugato una nuova idea di democrazia,  detta “democrazia elettronica” (e-Democracy), che nella percezione  comune si identifica con la democrazia diretta, in quanto possibile attraverso la connessione internet accedere a informazioni politiche,  oltre a poter esprimere posizioni personali (nei forum virtuali e newsgroup)  su questioni più o meno rilevanti politicamente attraverso, commenti, sondaggi e persino l’esercizio del voto. Per la precisione, e – Democracy       e        e -Administration  sono  due elementi strategici connessi all’attuazione dell’e-Government (governo elettronico), che identifica  il processo d’innovazione e riorganizzazione applicato dalle istituzioni pubbliche, per migliorare l’efficienza della PA con strumenti tecnologici (ICT).

Al fine, di definire meglio il ruolo della “e-democracy”, possiamo  riprendere, succintamente,  la definizione descritta dal Ministero per l’Innovazione e la Tecnologia italiano, il quale afferma:

“E-Democracy è un concetto a più dimensioni:

  • dimensione dell’inclusione sociale; dimensione dell’accesso all’informazione; dimensione dell’accesso alla sfera pubblica; dimensione elettorale; dimensione dell’iniziativa diretta da parte dei cittadini; dimensione del coinvolgimento dei cittadini nelle forme associative.”[21]

Uno studio dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico)  sul tema  “Citizens as Partners. Information, Consultation and Public Partetipation in Policy Making – 2001 – Cittadini come partner. Informazione, Consultazione e Partecipazione del Pubblico alla definizione delle politiche – 2001”,   sostiene che:

“e-Democracy può essere utilizzata per incrementare la trasparenza dei processi politici, per incoraggiare il coinvolgimento diretto e la partecipazione dei cittadini, per far sviluppare la qualità e il grado di coinvolgimento dei cittadini a livello di opinione pubblica, per creare nuovi spazi di pressione e decisione”[22].

Rimane l’interrogativo: quale rapporto vi è tra Doparie  e Democrazia elettronica? La limitata letteratura e la poca sperimentazione delle Doparie, non evidenziano un rapporto diretto tra queste e  l’e-Democracy, semmai le prime possono  usufruire degli aspetti  tecnologici  e semplificativi, che la seconda dispone. Lo stesso autore Calabretta, nel suo testo (Doparie, dopo le primarie), dopo aver affermato che le Doparie non sono consultazioni elettroniche aggiunge:

“Ciò non toglie  che le enormi potenzialità che internet offre possano essere sfruttate per portare avanti candidature o progetti politici come le doparie.”[23]

Si comprende  che la caratteristica delle Doparie, in quanto  sostenute da un “moto reale” più che “virtuale”, è rappresentata dalla  partecipazione fisica del soggetto attivo (dibattito deliberativo). Ciò non esclude l’idea che la tecnologia informatica, possa essere un  mezzo che offra al cittadino la possibilità, quanto meno, di conoscere, d’informarsi per scegliere se partecipare o meno. Certo, la tecnologia della comunicazione, pur  in una prospettiva di estrema semplificazione, da sola non potrebbe risolvere le questioni politiche. In una società complessa  e stratificata   la persuasione, che ognuno in rete valga “uno”, in quanto a tutti è data la possibilità di partecipare e di contare in eguale misura, rende, idealmente, il modello di  e-democracy come  fosse un sistema semplice da gestire senza articolazioni burocratiche, né elucubrazioni  politiche, ma la Democrazia elettronica non è altro che un supporto, su cui potenzialmente veicolare vari contenuti, tra questi anche le Doparie.

La “Rete”, come sappiamo,  possiede molteplici modalità di comunicazione utili ad ampliare la circolazione delle idee, in forma di opinioni, critiche, proposte o semplici commenti, ma  nello specifico quelle  politiche per concretizzarsi hanno bisogno di un mediatore reale, che nella Democrazia rappresentativa si traduce in “struttura di partito”. Nel contempo, quest’ultimo soggetto politico, deve svolgere il ruolo di referente e  destinatario delle proposte politiche veicolate nella “Rete”.

Come si è potuto notare, le doparie interne prevedono consultazioni degli iscritti che possono avvenire anche online. Nel 2012 il progetto scientifico „Doparie” ha organizzato la prima doparia online: si è trattato di “un esperimento scientifico per mettere a punto il migliore sistema di deliberazione online”[24]. Il team che ha messo a punto il disegno di ricerca partecipativa era composto da  ricercatori dell’ISTC – Cnr, Harvard Kennedy  School  of  Government, MIT e Università di Napoli (vedi Klein, Spada  & Calabretta, 2012[25]). Il blog Doparie Press riferisce che „la campagna di comunicazione è stata condotta sui blog e su Facebook (profilo, gruppo e causa), su base volontaria e senza spendere un euro” e che „si è trattato di un grande successo di partecipazione:

  • 639 persone che si sono volontariamente iscritte;
  • due modelli di deliberazione a confronto e 4 gruppi di discussione;
  • tre settimane di dibattito e sei mesi complessivi di lavoro;

               più di 800 interventi;

  • una scheda elettorale con 15 sistemi elettorali, 18 idee correlate e 12 temi per la prossima doparia, tutti proposti dai partecipanti”.[26]

L’esperimento mirava ad esplorare la possibilità di migliorare la qualità della deliberazione online attraverso la comparazione di un forum tradizionale con un software a mappa argomentativa (mappe concettuali, che argomentano un tema sinteticamente attraverso schemi che rappresentano: tematica, tesi, antitesi, sintesi, in modalità virtuale) strutturata per ottimizzare l’argomentazione delle idee. I risultati con l’analisi dei dati sono in fase di pubblicazione e mostrano per la prima volta in letteratura che è possibile raggiungere un buon livello di deliberazione anche in gruppi di grandi dimensioni (vedi Spada, Calabretta et al., under review; Iandoli, Quinto et al., under review)[27]

CONCLUSIONI

Le Doparie  nascono partendo dall’idea di impegno civico della cittadinanza attiva nel partecipare alle scelte della vita politica, ovvero come la possibilità di incidere sulle decisioni politiche, da parte dei cittadini, stimoli la partecipazione in un mix di emotività e razionalità. L’obiettivo: ricostruire il rapporto deteriorato tra partiti e loro elettori idealmente vicini, per creare una sorta  di opinione  pubblica strutturata all’interno dei partiti, senza  per questo sostituirsi ai gruppi dirigenti legittimamente eletti, pur esercitando un’influenza   sulle scelte di un partito attraverso forme di “democrazia partecipativa” a completamento della democrazia rappresentativa.

Per  democrazia partecipativa non s’intende  il sotto modello “rappresentativo-partecipativo”, definito da Umberto Allegretti in:  “Democrazia Partecipativa  e Processi di Democratizzazione”[28],  in cui la partecipazione istituzionale si trasforma  in assunzione di decisioni dirette  da parte dei rappresentati.  La democrazia partecipativa,  deve essere intesa come atto di collaborazione  tra cittadini e rappresentanti, in cui le scelte o indicazioni della società civile non rappresentino vincolo, ma stimolo per  un rapporto relazionale, all’interno di un sistema a democrazia rappresentativa.

Appare evidente, come le doparie rispecchino la teoria di “Bene Relazionale” descritta dal sociologo Piero Donati, in cui la relazione stessa è il BENE.

Come pure, appare ambizioso l’obiettivo delle Doparie, tanto mostrarsi quasi un’utopia. Certo, esse non sono la panacea dei mali che attanagliano la politica, ma possono e in qualche misura già accade, suscitare passione politica nell’utilizzarle (vedasi i casi delle Doparie on line del PD sulla legge elettorale; la proposta dell’uso delle Doparie da parte del Cantiere della Partecipazione nelle amministrative del 2008 a Bitonto paese in provincia di Bari; la citazione nelle mozioni a segretario del PD di Ignazio Marino nel 2009 e di Giuseppe Civati nel 2013; l’inserimento del referendum  propositivo, succedaneo delle Doparie, in alcuni statuti di partito).

Alcune critiche, rivolte  all’utilizzo dell’istituto sostengono:

  • il tema “della follia della folla” come rischio di operare scelte in maniera collettiva;
  • il pericolo, che in una società dello spettacolo sia l’emozione a prevalere sul senso critico.

Ambedue  vengono spazzate via dall’utilizzo del DIBATTITO DELIBERATIVO, ma soprattutto dall’assenza del Potere vincolante.  A tale proposito, Luigi Bobbio sostiene, che è frustrante pensare che dopo tanto impegno le conclusioni raggiunte siano ignorate. Lo stesso aggiunge, che d’altra parte la mancanza di un potere vincolante permette interazioni meno imbrigliate e favorisce l’informalità dei rapporti. Tuttavia, pur prevedendo casi di non condivisione, del risultato di una Doparia, da  parte del partito o coalizione di riferimento, avrebbe comunque il merito di coinvolgere i RAPPRESENTATI alla partecipazione, nel contempo responsabilizzerebbe politicamente  i RAPPRESENTANTI  ad agire in una sorta di libero mandato, perseguendo il principio weberiano dell’agire razionale rispetto allo scopo.

L’unico pericolo, che può determinarsi, è rappresentato dall’interpretare le Doparie alla stregua di un’ideologia, lungi dall’essere tale, esse rappresentano uno strumento d’aggiornamento della democrazia rappresentativa (l’upgrade). Per questo motivo, utilizzarle senza caricarle di  enfasi rende, l’istituto, una modalità a cui tutti i partiti possono accedere, senza preconcetti di natura ideologica, né illusorie forme di inediti sistemi di democrazia diretta.

Bibliografia

AlLEGRETTI U, “Democrazia partecipativa e processi di democratizzazione”, in Democrazia e diritto, n. 2-2008, pp. 175 ss http://www.benicomuni.me/wp-content/uploads /2014/09/ allegretti _ democrazia-partecipativa.pdf 05/02/2016.

BAUMAN Z.,  Modernità liquida  Ed. Laterza  Roma-Bari, 2007.

BRUNO S Frey., Alois Stutzer,  Editore  Il Sole 24 Ore Libri, Milano 2006

CALABRETTA , Doparie, dopo le primarie, ed. Nutrimenti Roma gennaio, 2010

https://mariodomina.wordpress.com

NORDHAUS P. , “Il Ciclo Politico-Economico” cit. ripresa da N. Acocella “Elementi di Politica Economica” ed. Carocci Roma 2009.

Bibliografia on-line

“Doparie: cosa sono?” http://laral.istc.cnr.it/rcalabretta/pensatoio/doparie_cosa_sono.html

SITO FAQ http://franc2.mit.edu:8000/ci/show-help-topic?faq-doparie+italian1.

Blog Doparie:  http://dopariepress.altervista.org/conclusa-la-prima-doparia-online-con-un-grande-successo-di-partecipazione/ 01/03/2016

http://trucheck.it/letteratura-italiana/26622-l-umanesimo-e-la-figura-dell-intellettuale.html  

www.filosofico.net/pietroverri.htm

http://dizionario.internazionale.it/parola/referendum-propositivo07/11/2015

http://www.oecd.org/gov/public-innovation/2536857.pdf  03/10/2015

http://dopariepress.altervista.org/258124375/ 01/03/2016

[1] Il movimento umanista  si afferma, in Italia, alla fine del XIV sec., riprendendo e rivalutando i classici greci e latini. A Firenze, la cultura umanistica assieme all’impegno politico crea una nuova figura d’intellettuale, “l’umanista civile”, che privilegia  la vita attiva a quella contemplativa; http://trucheck.it/letteratura-italiana/26622-l-umanesimo-e-la-figura-dell-intellettuale.html  (12/10/2015)

[2] Fondatore, assieme al fratello Alessandro, della famosa rivista il Caffè 1761, pubblicherà  “Meditazioni sulla felicità” 1763, www.filosofico.net/pietroverri.htm, (12/10/2015)

[3] Bruno S Frey., Alois Stutzer,  Editore  Il Sole 24 Ore Libri, Milano 2006”

[4] Raffaele Calabretta, Doparie, dopo le primarie, ed. Nutrimenti Roma gennaio, 2010

[5] Ibidem, p. 13

[6]Letteralmente la condizione di uno “spirito buono”(eu=bene, daimon=spirito), cioè di chi è posseduto da un buon demone, da una buona sorte che gli permette di prosperare. Sito: La Botte di Diogene – blog filosofico, https://mariodomina.wordpress.com 12/10/2015

[7]R. Calabretta, Op. cit., p. 141.

[8] Ibidem,  p.35.

[9] Ibidem, p.36.

[10] Ibidem, p.104.

[11] Z. Bauman,  Modernità liquida  Ed. Laterza  Roma-Bari, 2007, p. 12.

[12]Sito il Pensatoio della Ricerca , stralcio “Doparie: cosa sono?” http://laral.istc.cnr.it/rcalabretta/pensatoio/doparie_cosa_sono.html 12/10/2015

[13] P. Nordhaus: “Il Ciclo Politico-Economico” cit. ripresa da N. Acocella “Elementi di Politica Economica” ed. Carocci Roma 2009, p.133.

[14] R. Calabretta, Op. cit., p. 109.

[15] Ibidem, p. 111.

[16] Ibidem, p.116.

[17] È un dibattito con una serie di meccanismi per garantire a tutti l’opportunità di esprimersi e per limitare la valutazione degli argomenti basata su preconcetti, faziosità e prevaricazione. In particolare, il dibattito deliberativo dà l’opportunità di ridurre la conflittualità della discussione, di porre l’attenzione sulle ragioni altrui e di promuovere contributi informati e rilevanti. SITO FAQ http://franc2.mit.edu:8000/ci/show-help-topic?faq-doparie+italian1,  (10/11/2015)

[18] Il referendum propositivo:  . tipo di referendum, non riconosciuto dall’ordinamento italiano, con cui si sottopone al giudizio dell’elettorato l’approvazione di una proposta per l’adozione di una nuova decisione politica o amministrativa, http://dizionario.internazionale.it/parola/referendum-propositivo07/11/2015

[19]R. Calabretta, Op. cit.  p.133.

[20] Ibidem, p.133.

[21] Tratto da LINEE GUIDA PER LA PROMOZIONE DELLA CITTADINANZA DIGITALE: E-DEMOCRACY pag.14 –  Ministero per l’Innovazione e la Tecnologia, Area innovazione E. L. pdf, www.regione.toscana.it 03/11/2015

[22]http://www.oecd.org/gov/public-innovation/2536857.pdf  03/10/2015

[23] Ibidem, p.133.

[24] Blog Doparie: http://dopariepress.altervista.org/258124375/ 01/03/2016

[25] 2012 Enabling Deliberations in a Political Party Using Large-Scale Argumentation: A Preliminary Report. 10th International Conference on the Design of Cooperative Systems From research to practice: Results and open challenges. Large Scale Idea Management and Deliberation Systems Workshop. Marseille,May 29.

[26] Blog Doparie:  http://dopariepress.altervista.org/conclusa-la-prima-doparia-online-con-un-grande-successo-di-partecipazione/ 01/03/2016

[27] Argumentation vs Ideation in online political debate:
Evidence from an experiment of collective deliberation. (in corso di revisione)

[28] U. Allegretti, “Democrazia partecipativa e processi di democratizzazione”, in Democrazia e diritto, n. 2-2008, pp. 175 ss http://www.benicomuni.me/wp-content/uploads/2014/09/allegretti_democrazia-partecipativa.pdf 05/02/2016

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